Un anno di Cateno (2)

Un anno di Cateno (2)

Alcune affermazioni pronunciate da Cateno De Luca nel comizio che ha introdotto la pubblicazione del resoconto di un anno di sindacatura chiamano l’inchiesta giudiziaria come le api il miele. Per fare due esempi, lo è dire che i bilanci sono tutti falsi e che alcuni dirigenti si nascondevano i soldi e li spendevano quando decidevano loro, delle volte in violazione delle norme di legge. Sono affermazioni nette, non accompagnate da alcuna formula dubitativa. Esattamente come lo sono quelle contenute in un resoconto densissimo, strapieno di dati e con valutazioni che non lasciano adito a nessun tipo di dubbio. Bisogna ammettere che anche per chi si è occupato di questi argomenti, ma da non esperto, da non tecnico, è arduo, in varie circostanze, seguire il filo del discorso.

E’ diverso da ciò che avveniva con l’ex assessore Guido Signorino. Allora, infatti, ogni affermazione era immersa in un lessico arzigogolato. La sensazione era che, attraverso una sorta di neolingua, Signorino non dicesse esattamente quello che pensava, ma neanche il suo contrario. Una terza cosa, che spesso nascondeva una contraddizione. E bisognava impegnarsi per capire dove questa contraddizione stesse nascosta. Con De Luca, invece, no. Si capisce che ne capisce davvero. Inseguirlo sul terreno della tecnica contabile è, insomma, sconsigliabile. E, allora, il tema è capirne le ricadute politiche, capire dove va a parare, non lasciarsi trascinare in una contesa ragionieristica che finisce per legittimare il fatto che l’amministrazione sia cosa tecnica e che bisogna solo trovare la soluzione esatta, non quella giusta. Giusta per il popolo, intendo dire.

Dal resoconto dell’attuale sindaco emerge, di certo, una totale inconcludenza della gestione finanziaria dell’Amministrazione Accorinti. Non che i risultati fallimentari del Piano di Riequilibrio della precedente Giunta non fossero già stati descritti, ma De Luca aggiunge il di più di chi ha tutte le carte in mano.  Nonostante, infatti, una previsione di rientri da realizzare sottodimensionata (135 milioni sui 425 complessivi della massa debitoria) rispetto alle Linee Guida delle Corte dei Conti che prevederebbero un maggiore rientro nei primi anni del Piano affinché la Giunta alla guida dell’ente possa dimostrare la sostenibilità della politica di risanamento, il risultato negli anni 2014-2018 è stato inferiore di circa 30 milioni rispetto al previsto. In più, però, secondo il monitoraggio condotto dall’Amministrazione De Luca, più della metà delle risorse realizzate sono state assorbite dal bilancio comunale. Il risultato è stato che dei 97 milioni di euro accantonati come avanzo di amministrazione solo 45 sono stati destinati ad accantonamenti per il Piano di Riequilibrio. Una vera miseria.

Certo, questa è la verità di De Luca, si dirà. Ora, è vero che la verità non esiste e ce ne inventiamo tutti quanti tutti i giorni tante quante ce ne servono, ma esistono i protocolli di veridicità e quello che dice De Luca sul Piano di Riequilibrio ha avuto tutti i pareri tecnici positivi ed è stato approvato in aula. Fa un po’ specie il fatto che provvedimenti finanziari precedenti in contrasto con quanto votato in questa tornata avessero gli stessi pareri tecnici positivi e fossero stati votati dal Consiglio Comunale. Tutta la narrazione sulla legittimità degli atti e dell’esattezza del dato contabile, cioè, si crepa e rischia di mandare tutto in caciara. Mah, sarà colpa del secolo liquido in cui viviamo!

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